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Riserva Moac

Biografia

Riserva Moac si definisce una band senza frontiere dove suoni, parole e ritmi del mondo danno origine al loro caratteristico e personale crossover musicale, sound che spazia dalla World Music, al Balkan, all’Irish, al Folk-Rock alla Patchanka. Un villaggio dove l’incontro, il confronto e la mescolanza sono all’ordine del giorno; dove la vera ricchezza è l’Umanità. In venti anni di “esperienza”, la Riserva Moac vanta un gran numero di concerti in Italia e in Europa, quattro album all'attivo e un notevole carnet di riconoscimenti in molte compilation italiane ed estere.


Nel 2005 esce “Bienvenido” (Upr-Edel) primo album ufficiale subito accolto con clamore dalla critica, tanto da valere un invito al concerto del Primo Maggio 2006, in una gremitissima piazza San Giovanni a Roma. Tra i più importanti festival a cui il gruppo ha partecipato figurano anche il Festival Interceltique de Lorient (FR), il FIMU di Belfort (FR), BJCEM, senza dimenticare un importante tour negli USA.
Anticipato dal singolo “Il Riservista" e da nuove esperienze europee come il famoso TFF 2008 a Rudolstadt (DE), nel giugno del 2009 esce il secondo album “La Musica dei Popoli". Il suono si compatta e si ingrossa; la fusione di stili, strumenti e linguaggi è più profonda dando vita ad un sound “glocal” con influenze balkan e rock. Ogni anno sono frequenti i concerti in Germania e Francia.


Nell’estate 2014 è uscito "Jackpot", un nuovo, prorompente singolo con un feat. di Erriquez, frontman della Bandabardò. "Jackpot" è passato in heavy rotation su numerose radio nazionali, attestandosi per sedici settimane ai primi posti della classifica di gradimento Indie Music Like. Sempre nel 2014 la Riserva Moac vince il concorso nazionale HitMusicAwards, ottenendo la pubblicazione di “Jackpot” e “MayDay MiDai” su Hit Mania 2014, famosa compilation con una tiratura di oltre 30.000 copie.


Nel 2015, terzo album: “Babilonia” (pubblicato dall’etichetta tedesca Galileo-MC). Il tour di presentazione del disco è composto da live show completamente rinnovati in cui ai brani freschi di “Babilonia” si sono affiancati i cavalli di battaglia che hanno caratterizzato un decennio di attività musicale in Italia e in Europa. Un album corale, in cui numerosi featuring contribuiscono a creare quella Festa Social Global Underground che è il sound e il messaggio della Riserva Moac. Nel 2016, la band è impegnata in una intensa attività live. Nuovo vigore anche alle partecipazioni in festival europei: Sommerfestival der Kulturen a Stuttgart, Kramenbruckerfest a Erfurt, Stadtfest a Jena.


Il 2016 è anche l’anno della Riserva Moac in un’inedita veste teatrale. Le musiche di "Babilonia", infatti, diventano colonna sonora live nel Re Lear di Shakespeare, per la regia di S. Sabelli, in tour nei teatri italiani.
Anticipato dall’omonimo singolo, il 13 marzo 2019 esce il 4° album della band, “Tintilia Gran Riserva”, un concept album interamente dedicato alla questione ambientale, ai global strikes e alla lotta al climate change. Poi la pandemia ha fermato tutto per due anni di silenzio assordante. Fino al 2 settembre 2021, quando un nuovo brano di matrice celtic rock, “Ballo di Frontiera”, è uscito sui digital stores e con un seguitissimo video su Youtube. Da qui, la ripartenza della RISERVA MOAC che, prossima al ventennale del 2024, ricomincia con un tour europeo tra Austria, Germania, Svizzera, Ungheria, Italia. Nel 2023 il Bombito tour, con l’uscita dell’omonimo singolo, porta la band da una città all’altra, una stagione memorabile.

 

Ma la band conferma ancora la sua ecletticità sognando “una rivoluzione rock” con il nuovo singolo dal titolo, “Tutti a Woodstock” con la partecipazione straordinaria di Cesko (Apres La Classe) e accompagnato dal videoclip diretto e firmato Dalilù alias Dalila Ceccarelli. Il nuovo singolo della Riserva Moac, si proietta nel futuro. perché la Riserva, quasi pronta a festeggiare i suoi vent’anni, ride di sé stessa definendosi “Hippie del folk”, non un ricordo malinconico del passato, ma un presente ancora da costruire e ricostruire, perché l’importante è continuare a fare musica insieme, senza una meta già prescelta, ma “on the road”. Dategli un palco e gente, il resto sarà festa.

 

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