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Album Track By Track

Le Rose e il deserto

Cocci sparsi
«Da ragazzino, passeggiando sulla spiaggia di casa mia, raccoglievo pezzi di vetro levigati dal mare, legnetti, ossicini, conchiglie e poi, per la disperazione di mia madre, portavo tutto a casa. Quando a distanza di giorni, oppure settimane, riguardavo questa collezione di ciarpame ci trovavo sempre dentro delle storie. “Cocci sparsi” è la mia personalissima collezione di ciarpame, lunga trentasette anni: il manifesto, semplicemente quotidiano della mia vita, che coincide con l’inizio del viaggio di questo disco».

Aprile
«Mi sorprendo spesso, la sera, nel letto, magari con un libro in mano che però sto ignorando, a ricordare bei ricordi, vagare con la mente in un passato spesso fin troppo mitizzato e non accorgermi invece di quanto bello sia il presente che ho intorno. Aprile mi chiede di stare centrato sull’attimo corrente, di guardare solo quello e di viverlo fino in fondo, perché purtroppo e per fortuna, tutto nella vita è destinato a finire».

Salgari
«Capita di voler fuggire dalla propria realtà. Capita di vivere, o di sognare, o di immaginare, delle avventure così belle, così fuori dalle regole, da non poterle raccontare a nessuno, da doverle nascondere, forse anche a sé stessi. Emilio Salgari è stato maestro di avventure immaginate, vissute standosene seduti in poltrona; e allora a chi se non a Salgari affidare delle avventure inconfessabili».

Due note soltanto
«Siamo vittime, schiavi, dell’udito e della vista. Possiamo ricordare il colore rosso pensando al sangue o a un semaforo. Possiamo ricordare e riprodurre lo stridio delle ruote sull’asfalto oppure la voce del nostro compagno di banco delle elementari. Ma non possiamo in alcun modo ricordare i profumi: non possiamo rievocare il profumo dei capelli della mamma o l’odore del mare in un giorno di maggio. Due note soltanto racconta di quanto sfuggente, e poetico, sia l’olfatto.»

Mappe
«Fra le tante cose che avrei voluto fare da grande c’è sicuramente il geografo; sono un cartografo mancato, un appassionato di araldica, un esploratore artico in potenza. La verità è che mi fa paura prendere una posizione nei confronti della vita: diventare grande mi mette in soggezione, e allora gioco a pescare carte dal mazzo delle possibilità e fingere di aver preso altre strade, di aver vissuto altre vite.»

Gino ed Alice
«Gli amori che durano una vita esistono: sono rari ma esistono. Gino ed Alice si amano da quarantott’anni e spesso pranzano nella stessa osteria in cui pranzo io: lui le sorride, le parla piano, spesso le legge il giornale mentre lei lo ascolta in silenzio e lo guarda con uno sguardo che è un inno all’amore eterno. Gino ed Alice sono la dimostrazione che il qui e ora possono durare una vita intera.»

Per ricordarmi com’eri
«La maggior parte degli amori, al contrario di quello fra Gino ed Alice, è destinato a finire, ce lo dice la statistica, ce lo dice la nostra esperienza personale. Alla fine di un amore, uno di quelli importanti a prescindere dalla sua durata, ci si trova poi sempre ad attraversare un deserto, a lanciare segnali di fumo, segnali di SOS, sperando che fra la sabbia fiorisca qualcosa.»

Magellano
«Ferdinando Magellano è stato un navigatore, un esploratore, ma soprattutto un visionario ed un gran testardo. Per un anno intero, nel 1519, ha esplorato tutta la costa orientale del Sud America, ogni baia, ogni insenatura, alla ricerca di quello che oggi chiamiamo Stretto di Magellano. La mia Magellano parla di testardaggine, di un amico perso, di un perdono che non arriva, nonostante tutto.»

Rumore di fondo
«Pioveva a Milano il giorno in cui ho scritto i primi versi di Rumore di fondo, pioveva da giorni, forse da un’intera settimana, e io mi sentivo così piccolo, così insignificante davanti a tutta quella pioggia che stava venendo giù, che sembrava volesse cancellarci tutti. Dovremmo vivere, attraversare il mondo, ricordandoci che non siamo altro che un flebile rumore di fondo, altro che i padroni del tempo!»

Australe
«Tempo fa ho scoperto per puro caso che Plutone è stato declassato al rango di “pianeta nano”. Quello che quando ero uno studente era il nono pianeta del sistema solare ora è soltanto un pianeta nano. Eppure Plutone è lì da qualche miliardo di anni a fare i suoi lunghi giri intorno al sole, incurante delle nostre classificazioni, incurante di noi, del nostro affannarci.»




 

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