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FRANCESCO LATTANZI
Alla Morte

Album Track By Track

Gli angeli di Horlivka
Pur essendo collocato temporalmente nella cosiddetta Campagna italiana di Russia (1941-1943) il brano è dedicato alle vittime della guerra in Donbass iniziata nel 2014. Trae ispirazione dalla fotografia di Kristina (23) e Kira Zhuk (11 mesi), a terra prive di vita dopo il bombardamento del 27 luglio 2014 nella città di Horlivka (Gorlovka in russo). La canzone completa un trittico di brani (La tregua, Dno Dona, Gli angeli di Horlivka) presenti nel secondo disco dell’artista laziale e dedicati proprio a quelle terre martoriate.

La sabbia e l’imbroglio
È una risposta ad un saggio (poi divenuto libro) di Oriana Fallaci scritto vent’anni fa. Un testo che contesta l’idea unica di un mondo occidentale depositario di valori tacciati come irrinunciabili, esemplari e incontestabili, da imporre con ogni mezzo.

Alla morte
La canzone che dà il titolo al disco è in novenari, verso amato da Lattanzi che ritiene il più adatto a calarci dentro temi di diverso genere. La superficialità spesso ci distrae dagli affetti veri, che si comprendono meglio quando non possiamo più recuperarli.

Vincent e le stelle
Cover del brano Vincent (Don Mc Lean). Sentirsi rifiutati dagli altri viene vissuto come una colpa. Van Gogh può rappresentare un esempio di questo autoisolamento, la modernità ci insegna che sempre più persone soprattutto nei Paesi ricchi e sviluppati si recludono non trovando il sostegno di una società egoista che li ignora. Il suicidio a volte è l’unica estrema soluzione, ma a morire sono innanzitutto la comprensione del prossimo e la solidarietà.

La tregua
Trae spunto dalle pagine di Mario Rigoni Stern. È una canzone sulla speranza che il gelo degli scenari descritti, da leggere come il freddo nell’anima di chi ha voluto la guerra, si trasformi nel tepore del focolare domestico e nel ritorno ad una vita normale.

Dno Dona
Il titolo è in russo e tradotto significa “Il fondo del Don”. Il brano è la naturale prosecuzione della traccia precedente (La tregua) e sono i brani che assieme a Gli angeli di Horlivka, formano la trilogia sulla Campagna di Russia. Le canzoni prendono spunto dai classici della letteratura esistente sull’argomento, da Bedeschi a Rigoni Stern, fino ad Eugenio Corti, Alfio Caruso e tanti altri. Dno Dona, in particolare, è una ballata che riassume l’assurdità di ogni guerra e il fatto che spesso poi ci si dimentichi dei caduti, e ad averne pietà, questo si sottintende nel brano, non sono i sopravvissuti, ma il fiume che accoglie le vittime nel suo grembo.

Strage per sempre
Un brano lungo dal ritmo incalzante nella strofa, più quieto nei ritornelli. L’inciso, svincolato armonicamente da tutto il resto, dà dinamismo allo sviluppo del pezzo. A questo dinamismo contribuisce anche la scelta del verso quinario a rima alterna. Il tema è quello della strategia della tensione nelle stragi degli anni ’60 - ’80.  Ad oggi, alcuni di questi crimini non hanno visto puniti i responsabili e, considerando che alcuni dei processi relativi a queste stragi sono archiviati, mai avranno dei colpevoli. Ed ogni giorno che passa senza che sia fatta giustizia, è anch’esso una strage che si perpetua.

Strade di Londra
Cover del brano Streets of London (Ralph Mc Tell). È una canzone dedicata agli ultimi, ai senzatetto, ai derelitti, che scompaiono nel silenzio e nell’ombra, dimenticati da un mondo che non mostra pietà. In entrambe le cover il tentativo è stato quello di non allontanarsi troppo nella traduzione/adattamento del testo dagli originali, ma soprattutto di rispettare in modo preciso la metrica delle versioni inglesi.

Il gioco - Il primo giorno di scuola
Le due canzoni conclusive dell’album sono dedicate al mondo dei piccoli. Si sfiora la tematica del fanciullino pascoliano guida nella relazione con i nostri figli e i nostri nipoti. Avere a mente che anche gli adulti hanno avuto un’infanzia e che, anche in età avanzata, andrebbe conservata quell’innocenza, spontaneità, sincerità che non conosce malizia o secondi fini, avvicinerebbe i «grandi» al mondo dei più piccoli e ce ne farebbe comprendere meglio i disagi, le insicurezze, le silenziose richieste di aiuto. Spesso invece l’adulto di oggi cresce in un egocentrismo che lo porta, quando va bene, a trascurare, anche fisicamente, chi necessita di continua attenzione e sostegno.
 

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